Archivio - digitalizzazione fondo antico
Il futuro del passato: la digitalizzazione dei Fondi Antichi tra accesso e conservazione*
Gli studiosi e gli appassionati di fondi antichi sono propensi alla loro digitalizzazione e proprio a questo proposito Venerdì 30 Novembre ’09 si è tenuta, al Liceo Classico “Pellegrino Rossi”, una conferenza alla quale sono intervenuti numerosi relatori impegnati nella conservazione e nella diffusione di questo grande patrimonio. Dopo i saluti del Preside dell’Istituto, Prof. Luigi Bianchi, dell’Assessore alla Cultura del Comune di Massa, Carmen Menchini e infine del Presidente della Provincia Osvaldo Angeli, la conferenza si è aperta con l’intervento di Chiara Silla, Dirigente del settore biblioteche della regione Toscana. La digitalizzazione consente di riunire sul web moltissimi documenti tratti anche da diverse biblioteche e ne permette la consultazione gratuita al pubblico, rendendo inoltre la ricerca di specifici documenti, molto più facile ed immediata. Tuttavia Silla vuole sottolineare la differenza fra biblioteca digitale e biblioteca fisica, differenza sostenuta anche successivamente da Marcello Fascetti, Responsabile del Fondo Antico della Biblioteca Civica di Massa. Infatti, come da lui sostenuto, la biblioteca reale non deve assolutamente perdere il suo ruolo di custode della scrittura, in quanto unica depositaria di testi antichi accessibili direttamente e nella loro concretezza al pubblico. Nonostante queste due visioni all’ apparenza sembrino simili dobbiamo tuttavia sottolineare la piena apertura della Silla alla digitalizzazione, apertura non riscontrabile nel Fascetti, completamente contrario a tale processo. Proseguendo nel suo discorso la prima relatrice sottolinea l’importanza dell’esistenza di alcuni siti web come “Danthe” e “Michael”: il primo raccoglie più di 300 collezioni digitali del patrimonio toscano, mentre il secondo è servito per effettuare il censimento di testi a livello europeo. Scendendo nei particolari Silla ha illustrato in modo molto chiaro e conciso il processo di digitalizzazione in sé per sé. Per avviare tale processo innanzitutto sono necessarie grandissime risorse economiche e un personale altamente qualificato che deve garantire la perfetta corrispondenza fra il testo reale e quello digitale. Naturalmente non tutti i documenti vengono digitalizzati ma vengono piuttosto selezionati solo quei testi che hanno un maggior rilievo dal punto di vista del contenuto o che fanno parte di collezioni già preesistenti. Uno dei più importanti centri per la conservazione dei testi si trova a Firenze, ed è il Kunsthistorisches Institut, il cui Direttore è Jan Simane. Affiliata a questo centro è la collezione dei Libri Rari guidata da Anette Creutzburg la quale ha presentato, attraverso numerose fotografie, il suo fondo. I libri vengono prima di tutto catalogati e registrati all’interno di una banca dati; successivamente il loro contenuto viene digitalizzato in base a delle “parole-chiave” che rendono un eventuale ricerca molto più semplice. Per quanto riguarda invece i libri veri e propri, questi sono posti all’interno di scatole di carta non acide che poggiano su dei cuscinetti in gomma: vengono prese le massime precauzioni per evitare il danneggiamento dei documenti. Anche l’intervento del suo collega ha riguardato la presentazione dell’istituto, del quale è responsabile, e che conserva testi risalenti al XV e XVI secolo. Successivamente è intervenuta la responsabile degli archivi on line del Comune di Bagnone e della loro promozione, Francesca Guastalli, la quale ha sottolineato che la digitalizzazione è il frutto di una sinergia tra un umanista e un informatico. Infatti l’umanista, da una parte, ha il compito di verificare la condizione dei documenti di cui dispone e, dopo averne accuratamente analizzato le caratteristiche, li cataloga. L’informatico, dall’altra, grazie alle sue competenze nel campo della tecnologia, crea precisi progetti tematici digitali che facilitano la fruizione dei testi. Da questa collaborazione nasce quindi un archivio on line che include percorsi formativi e tematici. Infine l’ultimo intervento della mattinata è stato quello di Sara Bertocchi della Biblioteca Comunale “Cimati” di Pontremoli. Tale Biblioteca ha un patrimonio di 30.000 volumi circa con testi che spaziano dalla letteratura, alla saggistica, alla storia, alla raccolta di riviste e pubblicazioni moderne e antiche e in particolare pregevolissime sono le opere del fondo antico della biblioteca Cimati : Incunaboli, Cinquecentine stampate nelle principali “officine” del ‘500, commentate e annotate da uomini di cultura del tempo e riccamente illustrate, edizioni rare di classici latini e greci, testi giuridici di pregiata qualità-Assieme ai “libri”, anche antichi, che sono propri di ogni biblioteca, la Cimati dispone di una cospicua raccolta di informazioni di storia locale su supporto magnetico e microfilm, che ne fanno un punto di riferimento unico nella storiografia locale .
Nella sessione pomeridiana del convegno è intervenuto il Professor Benedetto Benedetti della Scuola Normale Superiore di Pisa, che ci ha illustrato le prospettive metodologiche e operative per l’organizzazione e una multiforme valorizzazione pubblica di fondi librari e archivistici in istituti di cultura ed istruzione. Secondo Benedetti il patrimonio culturale deve essere digitalizzato analizzandolo ed elaborandolo attraverso metodi definiti, effettuando anche ricostruzioni virtuali. Si dovrebbe quindi puntare ad una “costruzione” di un centro non solo di informazione, ma anche di rivalutazione del patrimonio e del libro antico, che è unico. E’ fondamentale, inoltre, garantire la più chiara e completa presentazione del testo in modo da permettere una più diretta percezione.
In seguito è intervenuto il Professor Giovanni Ciccaglioni, anche lui della Scuola Normale Superiore di Pisa, che ha presentato la digitalizzazione come un metodo per salvaguardare e formare un “pubblico” di studenti interessati alla fruizione di testi antichi. Infatti lo scopo degli insegnai deve essere quello di riuscire a coinvolgere gli alunni, di iniziarli a questa realtà e di renderli parte integrante di questo programma. Dopo una breve pausa, è intervenuta Elena Scaravella addetta agli archivi storici della Diocesi di Massa. L’intento della Diocesi è stato quello, nel corso del tempo, di salvaguardare tale archivio sia attraverso un censimento sia attraverso una suddivisione dei testi antichi da quelli moderni recuperati dal 1500 ad oggi. Inoltre si è cercato di radunare tutti i testi all’ interno delle tre Diocesi di Massa, Aulla e Pontremoli. Tuttavia questa raccolta è stata in parte ostacolata dagli abitanti delle varie zone che, considerando i volumi come parte integrante della loro cultura, erano alquanto restii a separarsene. Sempre all’interno della Diocesi massese si muove Marina Carbone, collaboratrice della Biblioteca Diocesana e promotrice del riallestimento e della riapertura della Biblioteca del Seminario. Nel suo intervento si evidenzia l’importanza del libro come oggetto materiale e in particolare si sottolinea la rilevanza maggiore dei libri più antichi che oltre al testo vero e proprio, sono ricchi di frontespizi, decorazioni e cornici che vanno sotto il nome di para- testo. Il paratesto, se di edizione, può contenere segni diretti quali firme, dediche o apparati iconografici o segni indiretti che possono farci conoscere, dopo un’attenta analisi, l’origine del testo. Invece, per quanto riguarda il processo di digitalizzazione, la relatrice la ritiene importante più per il libro moderno che per quello antico anche perché può avvenire solo su materiale già conservato o comunque in buone condizioni. In questo processo è necessaria soprattutto una precisa e dettagliata catalogazione che possa permettere di risalire alle origini del documento, ricostruendone così il percorso storico.
A conclusione del convegno è intervenuta la Professoressa di Storia dell’Arte Luisa Passeggia, docente del Liceo. All’interno del nostro istituto è infatti presente sia una Biblioteca con testi moderni sia un Fondo Antico ricco di volumi rari e pregiati. La nostra Biblioteca, come ci narra la docente, è appartenuta, durante il dominio austro-estense, all’ordine dei Gesuiti e nel 1800 ha subito un primo processo di ampliamento. Tuttavia solo nel 1904 la Biblioteca è stata definitivamente ampliata poiché si sentì l’esigenza dell’esistenza di una Biblioteca Civica a Massa. Al suo interno verranno successivamente raccolti sia gli elementi della Biblioteca dei Derelitti sia quelli laici e religiosi presenti all’interno del Liceo. Per quanto riguarda la digitalizzazione la Professoressa ne ha sottolineato l’importanza per un processo di comunione dei documenti su tutto il territorio nazionale. Infatti un patrimonio culturale unitario permette, agli interessati, di usufruire al meglio di tutti i dati in possesso per un eventuale approfondimento delle proprie conoscenze o per un dibattito dialettico fra studiosi.
* La presente relazione è stata scritta dalle allieve Valentina Berti, Chiara Bigini, Giulia Bugliani, Irene Frul- letti, Valentina Pieroni e Beatrice Sparavelli della Classe III B, anno scolastico 2009/2010 in occasione del Convegno di Studi “Il Futuro del Passato. La Digitalizzazione dei Fondi Antichi tra accesso e conservazione” che si è tenuto presso il Liceo Classico “Pellegrino Rossi” il 30 ottobre 2010.