OFFICINA Utopia 70


“Anni di piombo”. Con questa espressione si è creduto - e spesso si crede tuttora – di poter riassumere un intero decennio della nostra storia, quello che va dalla strage di piazza Fontana del dicembre 1969 al “riflusso” degli anni Ottanta. Eppure sotto quella coltre di piombo restano seppellite le tracce e le storie di troppi protagonisti, non ultime le vittime innocenti di ma non inconsapevoli di una violenza che le ha travolte insieme ai movimenti e alle idee alle quali avevano deciso di dedicare la propria vita. È un passato che in Italia non riesce ancora a passare, segnato da una memoria inquieta e divisa. Utòpia70 si propone all’interno delle linee di indirizzo individuate dalla Presidenza del Consiglio regionale per la Festa della Toscana 2016 come un percorso educativo, didattico e culturale sugli anni Settanta che intende offrire ai ragazzi delle scuole della provincia di Massa-Carrara, ma anche alla società civile tutta, la possibilità di confrontarsi con la storia e la memoria di un decennio fondamentale per la costruzione di un’idea di comunità da cui emergono le coordinate per uno straordinario impegno politico e sociale. I ragazzi delle scuole verranno accompagnati alla scoperta della storia degli anni Settanta da una ricostruzione appassionata e coinvolgente attraverso lezioni frontali che presenteranno loro i vari aspetti e le varie istanze di quel periodo. Con quello che è stato definito come Appuntamenti per un anno,le lezioni verranno integrate da iniziative rivolte alla cittadinanza: seminari, convegni, dibattiti, mostre fotografiche, rassegne cinematografiche e performance narrative con l’obiettivo di smontare il decennio, di sottrarlo a immagini e rappresentazioni troppo univoche. Al termine di una fase laboratoriale, saranno i ragazzi stessi a fornire una ricostruzione dei “loro” anni ’70.

Il progetto Utòpia70 ha il sostegno del Provveditorato agli Studi di Massa-Carrara e Lucca, il patrocinio del Comune di Massa, del Comune di Carrara, è realizzato dal Liceo Classico P. Rossi di Massa, con la collaborazione di una rete di scuole della provincia e il supporto scientifico del Museo della Memoria di Bagnone, del Centro Studi Pasolini, del Laboratorio Italia Novanta di Torino. Tutte le attività previste dal progetto si avvarranno della disponibilità dei comuni di Massa e di Carrara e saranno effettuate sul territorio provinciale.

Attraverso la storia degli anni Settanta si può poi agevolmente attuare una sempre più necessaria educazione alla cittadinanza, ovvero interventi educativi che portino i giovani, e gli adulti, ad acquisire le “competenze necessarie ad esercitare i propri diritti e i propri doveri e a partecipare attivamente alla vita democratica della propria società”. Negli anni Settanta si trovano fatti e concetti importanti legati indissolubilmente allo sviluppo democratico, e quindi alla cittadinanza, quali l’azione collettiva, la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica, la messa in discussione dei confini privato pubblico, le richieste di riforme legate ai diritti civili e politici ed anche le minacce alla democrazia quali la violenza politica, lo stragismo e il terrorismo e le reazioni che i cittadini ebbro di fronte a questi eventi. La scuola può, e credo deve, essere l’agenzia educativa che si fa carico, almeno in parte, di lavorare su questi temi nella prospettiva storica e di educazione alla cittadinanza, così come sovente chiedono gli stessi studenti che, una volta opportunamente sollecitati, mostrano interesse e curiosità verso la storia di questi anni.

Gli obiettivi dell’intervento didattico possono essere molteplici, fra cui evidentemente portare gli studenti a conoscere momenti di storia italiana che sono da essi per lo più sconosciuti, anche perché pare esserci una interruzione nella trasmissione della memoria storica tra le generazioni e una distorsione provocata dall’uso pubblico della storia, che avviene attraverso i media tradizionali. Nell’ottica di una didattica attiva si vuole offrire agli studenti l’opportunità di lavorare alla ricostruzione di momenti storici, tematizzando e problematizzando rilevanze e snodi anche attraverso un approccio – le parole, i luoghi, gli oggetti – per loro più familiare, affinché ne prendano consapevolezza. L’attività didattica fornita dalle lezioni propedeutiche potrà quindi riguardare sia l’insegnamento di storia che quella parte, estremamente importante e a volte purtroppo trascurata, che di volta in volta è stata definita educazione civica, educazione alla convivenza civile e che noi preferiamo chiamare educazione alla cittadinanza. Con l’attività seminariale invece si andranno a toccare quelle tematiche che evidentemente non potranno essere affrontate nella fase d’aula. L’approccio laboratoriale infine, può essere un “antidoto” per la disaffezione alla storia visto che permette un apprendimento attivo e non passivo, un fare e un saper fare che stimola l’interesse: l’utilizzo delle fonti diviene poi l’occasione per insegnare un metodo critico e per radicare più a fondo le conoscenze. È possibile introdurre un lavoro sui temi d’interesse fin dalle scuole elementari dovendo però considerare che, nelle indicazioni ministeriali attuali, l’unico spazio per la storia contemporanea in queste scuole è l’insegnamento di «convivenza civile», di certo sono le classi delle scuole superiori che si prestano maggiormente per l’introduzione del laboratorio su stragi e terrorismo. Gli obiettivi didattici ed educativi che si possono raggiungere utilizzando questa metodologia sono numerosi e, evidentemente si differenziano per età degli alunni. Sono stati sperimentati differenti laboratori con risultati incoraggianti. Se pensare ad un utilizzo didattico dei luoghi di memoria rispetto alla seconda guerra mondiale, alle stragi perpetrate in quel periodo e al sistema concentrazionario è diventata prassi consolidata, meno frequentemente si concepisce uno stesso uso per i luoghi delle stragi avvenute nell’Italia contemporanea.

Sul piano della storia

- proporre azioni, con ricadute nel medio e lungo periodo, che avvicinino gli studenti ai temi della memoria e della storia degli anni Settanta, con approccio coinvolgente ed educativo;

- stimolare la capacità di riconoscere e decodificare un luogo di memoria, in consonanza con un approccio alla disciplina storica intesa come indagine che partendo dal riscoprire le tracce della storia sul territorio, la metta in relazione alla “storia globale”;

- far acquisire competenze inerenti l’indagine e l’utilizzo delle fonti storiche contemporanee;

- proporre una lettura del passato attraverso il presente, in parallelo alla non neutralità del lavoro dello storico, sempre inserito in un particolare contesto sociale e personale, che indirizza le ipotesi della sua ricerca;

- far riflettere gli studenti sul valore della memoria storica, facendoli diventare attivi ricercatori e produttori di testimonianze.

Sul piano dell’educazione ai media

- far acquisire alle classi competenze di lettura e di decodifica dei linguaggi e delle narrazioni storiche;

- far agire gli studenti da ideatori di prodotti comunicativi “multimediali”, in grado di ricostruire la storia della propria comunità e di rappresentarne l’identità;

- esercitare i ragazzi all’apprendimento cooperativo, alla condivisione e alla pratica della negoziazione;

- attivare relazioni a partire dall’esperienza condivisa di un progetto educativo, offrendo strumenti e occasioni di incontro tra coetanei.

 

 

Utopia 70

Come Chimere