La notte dell’Odissea: venti ore in spiaggia a leggere Omero


Da il Tirreno 14 giugno 2015

Studenti e docenti del liceo classico Pellegrino Rossi stremati ma felici al termine della maratona di Melania Carnevali

 odissea spaggia

«Buonasera, benvenuti, siamo ancora al primo canto. Per raggiungere il palco percorrete tutta la passerella, lo troverete in riva al mare, sulla destra». È venerdì sera, ingresso del bagno Pupa e Mocambo, ai Ronchi. Qui, sulla spiaggia, c’è un rave party speciale, dove si legge l’epica, un rave omerico. Due studentesse del liceo classico Pellegrino Rossi, circondate da candele e zampironi per cacciare le zanzare, accolgono i primi spettatori della maratona letteraria: una staffetta di versi e parole di Omero, che ha visto ottanta ragazzi, tra alunni ed ex alunni dell'istituto massese, trascorrere venti ore a leggere l'Odissea. Ininterrottamente, a turno.

In riva al mare, su un palco che sembrava pronto a salpare da un momento all'altro, per ripercorre lo stesso viaggio di Ulisse, tra Ciclopi Lotofagi, seducenti Circe e pericolose sirene, per poi ritornare, finalmente a casa, dalla sua Penolope. Quaranta ragazzi si sono alternati sul palco, facendo anche doppi turni. Altri quaranta, si occupavano di accogliere gli spettatori, aggiornarli sui canti, dare informazioni. Chi aspettava il suo turno per la lettura, faceva avanti e indietro, dietro le quinte, il testo dell’Odissea in mano, leggendo e rileggendo quei versi, ormai quasi imparati a memoria, per non rischiare di sbagliare, di spezzare la magia di quel viaggio: «La dizione è importante», dice Riccardo Lio della 1c mentre aspetta il suo turno, ripetendo i versi un'ultima volta. È agitato, emozionato, felice – dice - «di far parte di un'esperienza del genere. Non è un semplice spettacolo: è un viaggio nel mondo di Ulisse. Non ci sono molti insegnanti che ti fanno leggere l'intera Odissea, e questo è il modo migliore per farlo».

«A maggior ragione – aggiunge Irene Bondielli, della 2a, una delle alunne più spigliate e elettrizzate per questa iniziativa – perché siamo in riva al mare, che è il contesto dove si svolge l'Odissea. E come se anche noi stessimo compiendo quel viaggio nel vuoto, tornando carichi di esperienze. Leggere l'Odissea – aggiunge, prima di scappare e salire sul palco - è già un onore, leggerla qui lo è ancora di più». Maratoneti di letteratura erano un po' ovunque ad attendere il proprio turno: chi nel lettino in spiaggia, avvolto nell'asciugamano, chi a dormire in attesa della notte. Come atleti scaldano i muscoli prima della corsa, loro scaldavano la mente.

«Non ci fermeremo mai – dice Gennaro Di Leo, insegnante del liceo classico e presidente dell'associazione culturale che ha promosso l'iniziativa, “Mondi Possibili” - anche se ci sarà una sola persona leggeremo per lei». E se non c'è nessuno? «Leggeremo per noi». Ad ascoltare quei versi genitori, amici, parenti ma anche appassionati di letteratura. Seduti nelle sedie a sdraia con felpe e maglioni legati al collo. «Che bravi», sussurra una signora al compagno di sdraia. «L'avessimo potuto fare anche noi», risponde lui con un tono un po' più alto. Un leggero vento caldo muoveva le bandiere dell'Italia issate sugli scogli. Il fruscio del mare accompagnava la colonna sonora dello spettacolo, una musica elettronica che sembrava riprodurre proprio il rumore delle onde, la tempesta, il viaggio e poi il richiamo delle sirene, le voci, i sogni. Dalle 8 di venerdì sera alle 14 di ieri pomeriggio, sotto il sole, la luna e le stelle al Pupa e Mocambo ha rivissuto l'Odissea. «Non è un caso che lo abbiamo fatto qua – spiega Rosaria Bonotti, altra insegnante che ha promosso l'iniziativa – Volevamo portare la scuola fuori dalla scuola per farla incontrare con il territorio in un posto che lo caratterizzasse»: la spiaggia, appunto, con vista Alpi Apuane. L'iniziativa, dicevamo, è stata ideata e realizzata dall'associazione culturale Mondi Possibili, creata da tre insegnanti del liceo classico Rossi (insieme ai due già nominati anche Carlo Pernigotti) per portare il teatro nella scuola come forma di apprendimento della cultura classica.

«E' un'officina letteraria – spiega il presidente dell'associazione – in cui stiamo portando avanti un lavoro su Ulisse». «Abbiamo impiegato un anno – incalza la prof. - per realizzare questa iniziativa». Anche loro, gli insegnanti, hanno partecipato alla maratona, alcuni dei quali senza mai chiudere occhio durante la notte per coprire gli orari più pazzi della corsa letteraria: le 3, le 4, le 5, le 6 del mattino, quando in spiaggia c'erano pochi superstiti ad ascoltare. Dodicimila versi, ottanta partecipanti, un centinaio di spettatori, venti ore di lettura. Durante gli ultimi versi veniva quasi da guardare il mare, come se stesse per spuntare una nave. Poi Ulisse è tornato a Itaca.