Storia del Liceo P. Rossi


Le prime tracce della pubblica istruzione nella città di Massa risultano risalire già al XV secolo, anche se la sporadicità delle fonti non consente di acquisire una sufficiente visione d'insieme. Sarà solo con Maria Teresa Cybo Malaspina d'Este che il problema verrà affrontato in maniera organica e sistematica, affidandone il compito prima, nel 1766, all'ordine degli Scolopi quindi, nel 1771, a quello dei Gesuiti. Le alterne vicende che ne accompagnarono io sviluppo si aggravarono però quando, con l'uscita delle milizie estensi dal Ducato di Massa, il 27 Aprile 1859, anche i Gesuiti dovettero abbandonare la città.

Il nuovo governo tuttavia non perse tempo e già l'anno successivo venne aperto il Regio Liceo collocandone la sede nell'oratorio annesso all'ex- Collegio Gesuitico, in Via Palestro. La scuola fu dotata di una cappella con sacrestia, una sala del Preside, una sala dei Professori, tre aule, un Gabinetto di Fisica, uno di Chimica uno di Storia Naturale e anche di una sala adibita a Biblioteca, contenente numerosi testi dei Gesuiti, ad oggi uno dei nuclei più importanti del Fondo Antico della Biblioteca dell'Istituto.

Il Regio Liceo può essere dunque considerato la continuazione della scuola di studi classici che i Gesuiti tennero a Massa dal 1844 al 1850, anche perché mantenne la sede nel loro convento e alcune loro impostazioni di insegnamento.

La solenne cerimonia di apertura del Liceo avvenne il 29 Novembre 1860, largamente presenziata dalle autorità locali, cerimonia durante la quale il Provveditore Baldacci pronunciò un discorso sull’educazione morale e civile dei giovani.

Due anni più tardi, cioè l’11 Novembre 1862, si apriva pure il Ginnasio, cioè si convertiva in governativo il Ginnasio privato sussidiato dal Comune e posto sotto la direzione del Preside del Regio Liceo.

In seguito all’istituzione delle cinque classi del Ginnasio, divenuto insufficiente lo spazio del Collegio di via Palestro, l’Amministrazione Comunale provvide con atto deliberativo a trasferirlo presso la sede della Confraternita della Misericordia.

Nel 1865 il Liceo, per ribadire la propria funzione per l’alta cultura, fu intitolato a Pellegrino Rossi.

Non troppo numerosa fu la scolaresca nei primi anni di vita del Liceo, ma severamente selezionata: nel 1860 frequentarono il Regio Liceo trenta alunni, ma già nel 1862 gli allievi erano sessantaquattro

Il corpo insegnante era costituito da 10 Professori ordinari per il Liceo e 5 per il Ginnasio, in genere provenienti da altre città, dopo aver vinto i relativi concorsi nazionali

L'orario delle lezioni, che si svolgevano sia nel mattino che nel pomeriggio, da novembre ad agosto, aveva provocato già nell'anno successivo a quello della fondazione non poche lagnanze tra studenti e docenti. E' del 1863 la richiesta inoltrata al Provveditorato di anticipare di quindici giorni gli esami finali “considerando che ogni anno si verifica di questi tempi un vuoto negli alunni” ed il cui rifiuto fu motivato dal Provveditore, in considerazione del fatto che, “non si ha forse memoria (per quanto consta al sottoscritto) che scuola alcuna si chiudesse mai prima dell'Agosto, e le più volte nella seconda metà del mese; senza dire che le scuole ginnasiali si portavano un tempo sino ai 3 o 4 di Settembre”.

La situazione di disagio affrontata da studenti e docenti per le precarie condizioni dell'Istituto, collocato prima nelle aule buie e umide dell'ex- Convento del Gesuiti e poi nella sede della Confraternita della Misericordia, fu superata solo quando il Liceo, nel 1936, venne definitivamente trasferito nella nuova sede di Viale Democrazia dove tutt'oggi è situato e dove si continua quella tradizione di studio delle lingue classiche cosi ben testimoniato dalla relazione inviata al Ministero della Pubblica Istruzione da Giovanni Pascoli, allegata alla sua richiesta per il passaggio a professore ordinario del Liceo:

“...Ho sempre cercato e cerco che i miei alunni acquistino quella familiarità della lingua e dello stile latino, e aggiungo del greco, che nelle vecchie scuole era grande, sebbene forse unico pregio: ma voglio che la familiarità, come è meno intima, pel tempo che non si dà ora come allora tutto a questi studi, sia per la scienza che è più sicura, anche più rispettosa e discreta, desidero che quanto più esattezza è ora nelle cognizioni tanto più squisitezza sia nel gusto.

Perciò faccio leggere molto, richiamando a questo fine nel liceo i testi già studiati nel ginnasio, le leggi e le regole le faccio cercare, riconoscere, ordinare sui testi a mano a mano. A sceverare l'arruffio che di parole e di cose potesse farsi nei cervelli degli sbadati o degli attoniti uso specialmente l'esercizio di versione in latino e in greco che voglio composta non di frasi iscavizzolate nei dizionari ma trapiantate con garbo dagli autori stessi.

Quindi faccio che tra il testo latino e greco che si legge ed i passi di classici italiani che si traducono sia molta relazione di argomento e di stile: sicché riesca poi nettissima la differenza delle due lingue.

Distinguo nella lettura dei classici la interpretazione dalla traduzione. [...] ma non voglio [...] lasciar credere che nell'orazione degli antichi, esatta concreta vigorosa corrisponda davvero quella tal lingua incerta e astratta, quel fraseggiare sgangherato, quel periodare sciamannato.[...].

E in generale dopo aver dimostrato quanto questa dura custodia matris, questa ideale presenza dell'antichità, severa, sia utile, insegno quanto sia amabile...”

Nel secondo dopoguerra all'edificio esistente fu aggiunto un piano e nel seminterrato venne ospitata la scuola media Alfieri Bertagnini. Per un certo periodo, una volta trasferita la scuola media, hanno trovato sede nel seminterrato alcune associazioni. Oggi l'intero edificio è a disposizione del Liceo classico anche perché, a causa dell'aumento del numero delle classi, sono state trasferite in via Democrazia alcune classi del Liceo linguistico G. Pascoli.

Scheda redatta dalla Prof.ssa Luisa Passeggia