Francesco di Assisi negli affreschi di Giotto


Attraverso i materiali messi a disposizione vengono messe a confronto le biografie di Francesco d'Assisi redatte da Tommaso da Celano e da Bonaventura da Bagnoregio utilizzando alcune fonti iconiche. Per la biografia di Tommaso è stata utilizzata la Tavola dei Bardi conservata a Firenze nella Chiesa di Santa Croce e per la biografia di Bonaventura il ciclo degli affreschi della Basilica superiore d'Assisi dipinti da Giotto. Attraverso l'analisi di queste opere vengono presi in esame il tema della religiosità nel periodo tra la fine del XII° secolo e l'inizio del XIII° e quella della società e della cultura sociale dello stesso periodo.

La barba di Francesco

San Francesco portava la barba. Così è raffigurato fin dall' inizio; e questa iconografia segue anche il ciclo della Basilica superiore di Assisi. Presto, però, le cose cambiano. Non più tardi del 1296 (che è la data di un celebre mosaico di Jacopo Torriti in S. Maria Maggiore a Roma, ove Francesco appare glabro) una nuova tradizione iconografica, che prevede il Santo rigorosamente sbarbato, si instaura e si diffonde rapidamente, soppiantando l' antica. In particolare nel '96, quando i conventuali salgono al Generalato dell' Ordine con Giovanni da Murro, Francesco perde la barba: la quale, per i costumi del tempo, era un attributo dei poveri e dei diseredati, degli uomini "de pessima rascione". Attraverso una serie di opere che vedono ritratto San Francesco, ne viene proposta una lettura iconografica e iconologica, sottolineando i cambiamenti che avvengono nel corso dei decenni, come appunto avviene per la barba del Santo, cercando di darne una spiegazione storica, legata ai cambiamenti che avvengono all'interno dell'Ordine Francescano.

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La_barba_di_San_Francesco.pdf

Francesco d'Assisi e Giotto